VIAJE


progetto e supervisione Antonella Usai
coreografia e danza Elisa Diaz‚ Elena Picco‚
Angela Placanica‚ Antonella Usai‚ K. Mohanan
pittura Subodh Poddar
video Ladislao Hajagos
costumi Rosa e Sita Singh


Presentato in prima internazionale nel maggio 2007 al 1º Festival di teatro contemporaneo di Essaouira in Marocco‚ rientrato da una turnée in India‚ ospite del 33º Festival Vikram Sarabhai di Ahmedabad‚ ed inserito nel CTP‚ fondazione Circuito Teatrale del Piemonte.


VIAJE è uno spettacolo al crocevia fra diversi linguaggi artistici dove si incontrano ed interagiscono la danza‚ la pittura ed il video.

Lo spettacolo si sviluppa seguendo un percorso ideale‚ quasi un viaggio danzato che partendo dall’Oriente dell’India giunge ad Occidente attraverso il crocevia spagnolo. La danza indiana‚ il flamenco e la danza contemporanea occidentale si alternano‚ dapprima sfiorandosi per poi interagire sempre di più. Gradualmente si dispiega un percorso del corpo nelle sue molteplici possibilità espressive: dal rigore geometrico della danza bharatanatyam‚ alla sinuosità del flamenco‚ fino alla danza contemporanea che sembra spingere il corpo al limite di un equilibrio instabile.

La pittura si trasforma in scenografia sempre mutevole‚ ma soprattutto in grafia poetica dei corpi danzanti che‚ pur nella diversità di linguaggi‚ cercano momenti di incontro e comunicazione.



premessa

Il pensare alla danza come ad un’arte dell’incontro per eccellenza ha costituito una delle premesse fondamentali per la costruzione dello spettacolo.

Questa considerazione ci ha stimolato a mettere a confronto le diversità stilistiche coreutiche che hanno caratterizzato parte del nostro percorso formativo‚ rileggendole come diversi modus danzandi generatisi comunque a partire da un comune principio creativo. Punto di partenza per la costruzione drammaturgica è stato un poema in lingua bengali di Rabindranath Tagore: “Chanchala”‚ in cui il viaggio instancabile di un fiume‚ simile ad una vera e propria danza‚ diventa la metafora del percorso spirituale dell’anima. La danza è arte particolarmente cara sia alla cultura indiana che alla poesia di Tagore che la considerano uno dei mezzi privilegiati di accesso alla dimensione spirituale. L’irrequietezza del fiume‚ proprio come quella della danza‚ nel misticismo del massimo poeta indiano‚ diventano metafora della corsa‚ capace di superare ogni ostacolo‚ dell’amante che anela al ricongiungimento con l’Amato. Il ricongiungersi degli amanti‚ in realtà è un topos letterario che attraversa le culture di diverse regioni del mondo e che sottintende appunto l’unione fra principio individuale e principio universale.

Visivamente lo spettacolo si apre con un video in cui‚ attraverso la scrittura calligrafica‚ le parole del poeta trovano spazio sulla scena. Il montaggio video evoca un legame tra la scrittura‚ per così dire‚ del pensiero e la scrittura del corpo e introduce lo spettatore al passaggio dal terreno della calligrafia a quello di “dancescapes”‚ l’originale ricerca del pittore indiano Subodh Poddar che traduce in segno grafico i movimenti coreutici. I principi filosofici della calligrafia giapponese‚ esercizio sopraffino di presenza mentale e maestria tecnica‚ vengono trasferiti in un terreno originale. La gestualità del corpo si trasforma in pittura e le immagini di china‚ strappate al vortice del dinamismo corporeo‚ riportano l’attenzione sulla qualità intrinseca della danza e sulle tracce‚ ora meno evanescenti‚ che essa lascia sul nostro essere e nella nostra memoria.

Viaje - locandina
Viaje - locandina
Viaje